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Sound of Metal, la recensione: un viaggio nei suoni e nella psiche umana

Un Riz Ahmed da Oscar, in un film (disponibile su Prime Video) che ci fa riflettere a fondo, facendoci affrontare le nostre paure e i nostri problemi, tramite una rappresentazione cruda, ma veritiera, della psiche e dei sentimenti del protagonista, il tutto condito da una ricerca e da una qualità del  sonoro da urlo.

Come ci sentiremmo se da un giorno all’altro ci svegliassimo sordi? O con un problema da affrontare più grande di noi stessi? Questa è la domanda che Sound of Metal sembra voglia porci durante tutto il film, raccontandoci il duro viaggio psichico del nostro protagonista verso un processo di guarigione, difficile e pieno di ostacoli, per riuscire, come prima cosa, a stare bene con sé stessi.

Il film, diretto da Darius Marder, è candidato per ben 6 premi oscar (nel nostro articolo segue la lista completa delle nomination), fra cui per l’Oscar come miglior Film, come miglior sonoro, e la candidatura di Riz Ahmed come miglior attore protagonista. Ma entriamo nel dettaglio.

Trama

Una scena tratta da Sound of Metal
Una scena tratta da Sound of Metal

Ruben Stone (Riz Ahmed) è un batterista, ex tossicodipendente ormai pulito da 4 anni, che fa parte del duo metal “Blackgammon” insieme alla sua ragazza, nonché cantante, Lou (Olivia Cooke). La coppia vive in un camper, spostandosi come dei “nomadi” per seguire il proprio tour e inseguendo la loro passione musicale, apparentemente vivendo la loro vita dei sogni. Un giorno, però, poco prima di un concerto, Ruben perde improvvisamente l’udito.

La diagnosi è drastica: il suo udito si sta sempre più deteriorando, e Ruben dovrà smettere di suonare, e quindi esporsi ai rumori forti e ai relativi rischi, se non vorrà diventare completamente sordo, preservando il poco udito rimastogli (circa il 25%). Il batterista, ovviamente, all’inizio si rifiuterà di curarsi e smettere di suonare, fino a che la sua ragazza (Lou), inizialmente inconsapevole del suo handicap, si accorgerà dei suoi grossi problemi, che lo avrebbero ributtato nel circolo della droga, e lo costringerà ad andare a fare terapia in una comunità per tossicodipendenti sordi in via di recupero.

Qui incontrerà il gestore della comunità disposto ad accettarlo, Joe (Paul Raci, anch’esso candidato agli oscar come miglior attore non protagonista), che lo accompagnerà in un percorso di riabilitazione ed accettazione della propria situazione e disabilità, non con pochi ostacoli. Riuscirà Ruben a trovare la pace interiore?

Commento e recensione

Intenso, crudo, struggente. Sono le prime 3 parole che ci vengono in mente quando ripensiamo a questo film coinvolgente. Una delle uscite che ci è piaciuta di più nell’ultimo anno, non tanto per la trama in sé, che in alcuni punti riteniamo un po’ scarna, con forse una caratterizzazione dei personaggi non troppo marcata che poteva essere gestita meglio, ma per le emozioni che ti trasmette, che è sicuramente l’obbiettivo primario di questa produzione.

Sì, perché Sound of Metal lo vediamo più come un’esperienza a 360 gradi, che passa dalla percezione del disagio sonoro di Ruben allo sguardo sempre più spento del protagonista, che si percepisce scena dopo scena, accompagnando il pubblico nella sua guerra con sé stesso e con le sue emozioni e percezioni. La fotografia e le immagini del film si sposano perfettamente con le sensazioni che il film vuole trasmettere, dalla prima scena al finale, che a noi, nella sua semplicità, ci ha fatto emozionare. L’interpretazione di Riz Ahmed, poi, è il fiore all’occhiello di questa produzione.

Magistrale per tutte le 2 ore di visione, ci regala una performance da Oscar, e che sicuramente rimarrà impressa negli annali del cinema. Pelle d’oca, chapeau!

Sound of Metal, la recensione: un viaggio nei suoni e nella psiche umana
CONCLUSIONE
Magistrale per tutte le 2 ore di visione, ci regala una performance da Oscar, e che sicuramente rimarrà impressa negli annali del cinema. Pelle d'oca, chapeau!
PRO
Intenso e crudo.
Interpretazione di Riz Ahmed.
Coinvolgimento sonoro a 360 gradi.
CONTRO
Caratterizzazione dei personaggi leggermente scarna a favore della trasmissione delle emozioni.
8.5
VALUTAZIONE COMPLESSIVA
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